Dopo un lungo periodo di assenza è davvero impossibile pretendere che un dipendente possa riprendere la propria attività da dove aveva interrotto, come può intervenire il datore di lavoro?
Gli strumenti che può sfruttare un titolare d’azienda per sostituire l’assenza ingiustificata di un dipendente sono l’assunzione per un determinato periodo di tempo di un nuovo soggetto o l’assegnazione di lavoro straordinario a un impiegato già presente all’interno dell’attività.
Le assenze ingiustificate sono però un grave problema, soprattutto per le piccole imprese che si ritrovano improvvisamente con gli affari bloccati, lavoro in esubero e con il malcontento degli altri dipendenti che si ritrovano a dover svolgere incarichi aggiuntivi. Con il suo atteggiamento, un dipendente scorretto danneggia l’intera azienda e crea un vero e proprio problema pratico.
Quando si verifica questo tipo di problematica il datore di lavoro non può far finta di nulla, deve assolutamente intervenire e cercare di risolvere al più presto la situazione.
Come deve gestire il titolare l’assenza ingiustificata
Questa situazione può verificarsi anche quando il dipendente è effettivamente malato, ma non segue le precise procedure di comunicazione richieste, a causa della sua condizione non può rientrare in azienda e per colpa della mancata autorizzazione, l’assenza risulta non giustificata. Monitorare accuratamente il proprio personale può servire per gestire in maniera più efficace le assenze.
Raccogliere i dati riguardanti l’incidenza delle assenze è un modo per identificare eventuali cause specifiche, come ad esempio l’aumento dei carichi di lavoro o la particolare gestione di un manager.
L’unica cosa che può fare il titolare per sostituire un dipendente che sia assenta in maniera improvvisa e non giustificata è ricorrere alla somministrazione o al contratto a termine oppure per brevi periodi e con particolari accordi è possibile richiedere al personale di sopperire all’assenza del collega effettuando carichi maggiori di lavoro, tenendo sempre presente il numero massimo di straordinari che sono previsti per legge dal Contratto collettivo nazionale di lavoro. Dev’esserci uno specifico accordo anche per quanto riguarda il lavoro straordinario.
Se il congedo preso dal dipendente non è in alcun modo autorizzato, il titolare può avviare un procedimento disciplinare nei suoi confronti che può portare anche al licenziamento in caso di assenza ingiustificata.
Quando c’è la possibilità che stia avvenendo un’attività collaterale, il titolare può ricorrere al licenziamento per giusta causa: continui ritardi, richieste di permessi e assenze ricorrenti possono insediare particolari dubbi nel datore di lavoro che prima di intervenire deve valutare attentamente quello che dice la legge 2022.
Cosa dice la legge 2022 per le assenze ingiustificate
Prima di prendere qualsiasi decisione aziendale riguardante un dipendente e le sue assenze ricorrenti conviene richiedere un colloquio che anche se non è un obbligo legale, serve a capire meglio la situazione e a valutare determinati provvedimenti.
Se le assenze sono in qualche modo giustificabili e il titolare decide di riassegnare i vecchi incarichi al dipendente, può proporre un reinserimento graduale, perfetto per consentire alla persona che manca da un determinato periodo di tempo, di tornare con calma ai ritmi di lavoro, di riabituarsi all’ambiente e alle sue mansioni.
Parlare e trovare insieme una soluzione è sicuramente il modo migliore per evitare conseguenze più gravi, sia nei confronti del dipendente, sia del titolare se a seguito di un provvedimento troppo grave viene sottoposto a una causa civile.